Karonte

Caronte

Traghettatore di ombre

Ideazione e regia di Alfonso Santagata
con Sergio Licatalosi, Daria Panettieri, Massimiliano Poli, Alfonso Santagata, Tommaso Taddei
e con Andrea Belardi, Paolo Bianchi, Silvia Ceccarelli, Clelia Cicalini, Carla Colavolpe, Maya Devi Dasa, Maria Francesca Lazzi, Roberto Madonna, Gec Viaro, Franco Villareale

Affronteremo la Tragedia Greca, il mondo tragico. I morti ritornano; dicono che i morti prematuri diventano fantasmi. Il tempo del mito rivive nella storia dell’uomo continuando a produrre visioni.

Benedetto ciascuno dal proprio dio, gli eroi tragici affrontano la propria sorte ritessendo odi e amori, lutti e conquiste, in un disegno superiore, necessario e imperscrutabile insieme.

Saranno perciò i luoghi sacri del passato oppure i luoghi dissacrati del presente, l’arena dove i sentimenti sovrani – conflitti, amori, tradimenti, vendette, follia, gelosia, odio – tornano, con le creature immortali che li accompagnano: l’indovino-profeta Tiresia, mediatore tra cielo e terra; Edipo, Giocasta, Antigone, Eteocle, Polinice e Creonte – il potere della politica.

Il mio lavoro teatrale si fonda sui sentimenti sovrani, densi di segni indecifrabili e affascinanti, capaci di provocare l’energia inconscia e oscura che ognuno ha dentro di sé; energia indispensabile per chi agisce e si mostra sera dopo sera su un palcoscenico.

È sempre il cruento Karonte, figlio di Erebo e di Notte, ministro dell’Ade, a traghettare le ombre con Mercurio, il suo aiuto. La sua lotta contro il mondo di sopra è un’immagine di rivolta, un assalto ai cieli.

Questa volta, però, il traghettatore solerte ed esoso, è anche buono: accompagna la famiglia di Edipo fuori dall’Ade nel mondo, alla terra.

Alfonso Santagata