King Lear

ideazione e regia: Alfonso Santagata
con: Massimiliano Speziani, Alessandra D’Elia, Nadia Carlomagno, Giuseppe Basta, Raffaella Iliceto e Alfonso Santagata
assistente alla regia: Chiara Senesi

Salerno, Teatro Verdi, 27 settembre 1996

Leo de Berardinis mi aveva chiesto di collaborare a un progetto a Salerno che lui voleva fare su Re Lear e su quale delle tre parti intendevo lavorare, gli risposi istintivamente sulla parte centrale.
Nel mese di giugno 96 inizia il seminario a Salerno, il progetto parte da un seminario fatto con i ragazzi di quella città, un lavoro sul territorio che ti costringe a verifiche continue, la materia umana e drammatica è quella e la ricerca deve essere fatta su quel terreno, le ombre di Cordelia, del Matto, delle due sorelle Arpie, di Lear verranno fuori dalle stesse tensioni drammatiche che convivono lì a Salerno.
Ho pensato di lavorare sulla parte centrale dove il dramma nella sua assurdità è in pieno disordine: creature che impazziscono e creature che si fingono pazze. L’idea drammatica è quella di spossessare Re Lear come personaggio costituito, e far rivivere tutti i conflitti a un “idiota di paese” che tutti chiamano Fulmine che con il piccolo Saetta non perde occasione e appena può si identifica con Lear. L’idiota Fulmine con la sua insufficienza mentale è continuamente spostato dal vento e il vento è imprevedibile. Sarà lui a inventarsi il processo alle figlie, a vedere Cordelia come una madonna in apparizione e le due figlie arpie come poliziotte malvage.

Alfonso Santagata