Rivolta e pìetas

ideazione e regia: Alfonso Santagata
con: Rossana Gay, Johnny Lodi, Massimiliano Poli
e con: Filippo Alberti, Beatrice Biagi, Paolo Bianchi, Eleonora Burgassi, Carla Colavolpe, Azzurra Fabbrizzi, Piero Fabbrizzi, Iuri Fidanza, Silvio Malossi, Consolata Paracchi, Cristina Presta, Fabrizio Prodomo, Francesco Proietti, Anna Maria Roveri, Elisa Santamaria, Giancarlo Viaro
e la partecipazione di: Lorenzo Cantini, Alessia Signori, Marco Signori, Franco Villareale, Mauro Villona, Marco Vinciarelli
le musiche dal vivo sono eseguite da After Lies ( Marco Annese – batteria, Michael Greco –chitarra e voce, Umberto Micarelli – basso, Francesco Proietti – chitarra)
effetti sonori: Giancarlo Viaro
costumi: Beatrice Biagi
elaborazioni video, luci,audio: Michele Pennetta Carusi
allestimento: Francesco Margarolo, Irene Innocenti
collaborazione organizzativa: Monica Gemignani
amministrazione: Rita Campinoti
organizzazione: Franco Coda

Al sito minerario di Ravi presentiamo la prima tappa di un lavoro che vogliamo lungo e articolato, che dal mondo delle miniere, dall’esperienza umana ad esso legata, trae humus e riferimenti di particolare forza, carichi di richiami ancestrali.

L’attività mineraria quasi non esiste più, resta però il suo mistero che continua ad affascinare e sollecitare l’immaginario. Entrare tutta la vita nelle viscere della terra, luogo sottratto alla luce, carico di tenebre. La paura ancestrale si impossessa di noi. Sai che potresti non uscirne più. Come alla guerra, non sai se ritornerai.

Una vita sospesa, magica, come se fosse un viaggio infero. Ma è un viaggio che ci riporta al presente. L’uomo in lotta tra le maglie del destino e della crudeltà dell’esistenza. Fatica e pericolo, in eccesso. Metalli preziosi dell’arte e della vita stessa. E’ l’eccesso il motivo per cui ha conquistato l’arte.

E così siamo rimasti affascinati da questo mondo. La forza dal basso, quelle energie racchiuse nelle viscere della terra. Attrazione e repulsione. Atti, storia, documenti, materiali sull’ingiustizia che diventano esperienza di vita. E’ un’insubordinazione all’ordine stabilito.

I luoghi di miniera e gli stessi minatori hanno un’alterazione che ricorda il teatro. Ma non intendiamo portare il mondo delle miniere in teatro ma, al contrario, il teatro entra in miniera, emblema e metafora universali. In Rivolta e pietàs non troverete descrizioni ma comunicheremo quello che questo mondo ci ha trasmesso. Non di morte o museificazione spiccia. I fatti di questi giorni nel Sulcis, in Africa o in Spagna, ci dicono di un mondo ancora vivo. E di una storia che resta esemplare verso la civiltà del lavoro.


Stralci di recensioni

 “…Per idea e regia del sempre instancabile Alfonso Santagata, con contributi di suoi attori e di una ventina di frequentatori di un laboratorio, e locali cittadini, prende sostanza Rivolta e pìetas, memoria e corpo delle miniere, che mentre infuriano le lotte nel Sulcis e ovunque, dà emozione e senso a una drammaturgia site specific.”

Rodolfo Di Giammarco – la Repubblica- 16.09.2012

“…(Santagata) ha voluto raccontare il dolore della miniera senza mai cadere nel patetico, cercando una certa leggerezza ed ironia. E quel che più colpisce del lavoro, oltre alle tragiche storie narrate, è il formidabile impianto scenico, che riesce a far parlare l’intero spazio grazie a un ottimo uso di luci, musiche e proiezioni.”

Gherardo Vitali Rosati – Corriere Fiorentino – 16.09.2012

“ …Più che uno spettacolo, una performance fatta di evocazioni, quadri che Santagata accende nell’immaginazione dello spettatore itinerante con pochi tratti, frammenti di incontri e frasi smozzicate….La regia di Santagata non racconta, però, non si affanna dietro a quel teatro-verità monologante che sdrucciola nella cronaca. Si appiglia a ganci di realtà per trasfigurarsi in poesia della memoria. Rivolta e pìetas è un grande murales scrostato, dove dietro intuisci il percorso della storia, ma di cui restano solo le macchie dell’emozione e della fatica degli uomini e delle donne.”

L’Unità – Rossella Battisti – 21.09.2012

“Uno spettacolo può fare letteralmente luce su molti aspetti del mondo,…perfino gli antri più bui, gli angoli costituzionalmente più scuri ed incogniti. Come le gallerie di una miniera, o i processi che quell’oscurità mette in moto in coloro che per lavoro la abitano e le danno senso. E’ il risultato straordinario dell’esperienza che da qualche anno va Conducendo Alfonso Santagata, con la sua insaziabile curiosità e la sua incrollabile fede nel teatro.

Il Manifesto – Gianfranco Capitta – 12.10.2013